Marzo 1, 2023

Proteine vegetali, la nuova frontiera dei consumi alimentari secondo EURISPES

Continua il trend positivo per il mercato delle proteine vegetali, oggi realtà sempre più consolidata nel campo alimentare. Questo è quanto rilevato da Eurispes, l’Istituto di ricerca leader in Italia, nel suo articolo pubblicato il 27 febbraio ’23:

“Le proteine vegetali rappresentano in maniera sempre più diffusa un’alternativa alle proteine animali. Ciò non solo per la mutata sensibilità dei consumatori in materia di vegetarianesimo e benessere animale, ma anche per i ritrovati alimentari che riescono ad oggi a replicare in maniera molto efficace benefici e apporto nutrizionale delle proteine di origine animale. Secondo la Bva-Doxa, sono ormai 22 milioni i consumatori italiani che scelgono le proteine vegetali, e non solo per la curiosità di assaggiarle una sola volta: il 54% infatti li riacquista, il 21% abitualmente e il 33% occasionalmente. I dati forniti da Unionfood offrono uno spaccato sui prodotti preferiti dai consumatori. Burger, cotolette, polpette e nuggets a base di proteine vegetali sono preferiti dal 57% degli intervistati; il 47% compra invece bevande a base di soia, riso, avena, mandorla e cocco; seguono i gelati e i dessert (25% del totale), mentre i biscotti (22%) sono preferiti soprattutto dagli under 35. Insomma, i prodotti “plant-based” non rappresentano una moda passeggera bensì un cambio progressivo ma convinto nelle abitudini alimentari dei consumatori, considerando che il 54% di chi li assaggia diventa poi un cliente abituale (…) Secondo il Rapporto Coop 2021 “Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani” nell’ultimo anno il carrello “green” degli italiani è valso 10 miliardi di euro e circa un quarto delle proteine assunte in Italia è stata di origine vegetale, per un valore di oltre 800 milioni di euro. Il 37,9% delle famiglie ha acquistato alimenti “plant based” e le vendite hanno visto una crescita record: +47% le bevande, +44% i piatti pronti, +35% surgelati, +34% salse e condimenti. Questa crescita non è stata trainata dai consumi dei vegani e dei vegetariani, ma dai milioni di italiani che hanno deciso di ridurre l’apporto di proteine animali nella propria dieta. Il business sugli scaffali è così allettante che numerose aziende hanno investito nel settore della “fake meat”; non solo le pioniere americane Beyond Meat e Impossible Food, ma anche start up di tutto il mondo, fra cui le italiane VeganDelicious e Joy Food, nonché i grandi marchi come Granarolo, Nestlè e Findus. Quello del “plant based” appare oggi uno dei settori più promettenti del comparto alimentare che, secondo i dati di Statista.com valeva oltre 12,8 miliardi di dollari americani nel 2020 e sarà in grado di superare i 35 miliardi nel 2027”.

L’aumento del consumo delle proteine vegetali avrebbe delle valenze positive anche sul nostro ecosistema: “La stessa FAO stima che l’industria alimentare sia responsabile di circa un terzo delle emissioni globali di gas serra e che l’80% di queste siano riconducibili alla produzione della carne e dei derivati animali”.

È chiaro che questo trend positivo relativo al consumo di proteine vegetali è frutto di una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori unita a una grande scelta di prodotti, oggi largamente diffusi, alternativi alla carne e dei restanti derivati animali. Questi consumi responsabili, che stanno mutando le abitudini alimentari a livello globale, incidono in modo sostanziale sulla sostenibilità e sul nostro ecosistema. I benefici che porterà l’inevitabile aumento di questa tipologia di consumi sarà sempre più visibile e più tangibile sul lungo termine.

Fonte: Very-V